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ALTRI – la Sinistra quotidiana

 Apro un giornale, come faccio a farmi notare? Semplice: comincio a lanciare stupide provocazioni, nella speranza che qualcuno mi dia corda nutrendo il troll.
È il caso di P.Sansonetti, direttore di un giornale che, dicendosi di sinistra, fa giustamente del garantismo alla Forza Italia la propria bandiera, ed in questo caso l’avvocato d’ufficio della Minetti.

La poveretta sarebbe sotto il fuoco incrociato dei media. No, non come i presunti colpevoli torchiati e spremuti come limoni in trasmissioni di quart’ordine come “quarto grado” -targato mediaset-. Nemmeno come i personaggi della TV fotografati ad ogni scoreggia fatta dai tabloid berlusconiani. A quello Sansonetti e la redazione non pensano.
Il j’accuse è contro chi stigmatizza le scelte e la condotta della povera vittima solo perché ce l’hanno con lei: i presunti giornali di sinistra.
L’articolo è delirante, ma trovo interessante stigmatizzare due punti, entrambi sintomo di una sudditanza culturale berlusconiana. Purtroppo le scorie del berlusconismo resteranno tra noi ancora a lungo, così com le scorie di Fukushima.  

Il primo errore, è la strampalata concezione del moralismo. 
Moralista è  un uomo ad una dimensione, colui che ha come unico parametro interpretativo e di giudizio della realtà la morale. La visione integralista di certi religiosi o di certi piccolo borghesi è moralistica. Diverso il discorso quando la morale è una delle componenti (anche se prevalente) di un giudizio. È il caso della Minetti, la quale si comporta in maniera del tutto a-morale, e ne fa una bandiera politica. Ed è quindi moralmente deprecabile. 

 Altro epifenomeno della vittoria culturale di Berlusconi: la stupida idea che qualcuno ce l’abbia con la Minetti perché bella, o perché non sappia stare “al suo posto”. È il capolavoro del rovesciamento dei termini e della realtà. Donne scelte come concubine per la loro lascivia a buon mercato e bellezza prorompente, vengono offese e sfruttate, comprate. Poi appioppate alla comunità, in posti di responsabilità. Per far questo si discriminano altre persone, magari donne, piene di passione civile e con il difetto di non essere sul mercato o ricattabili.

 Incrociando le due assurdità, si arriva a dire che i moralisti neghino -per invidia, ovvio-, alla Minetti ed a quelle come lei di usare il proprio corpo per… Scalare la società? Ma qui entra in gioco non solo e non tanto la morale, ma l’etica. E la differenza tra i due concetti evidentemente sfugge alla redazione.

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